Animazione di comunità: uno stimolo alla Relazione
La nostra associazione Mondattivo, che da molto tempo si occupa della mediazione dei conflitti, oggi vuole discutere la possibilità di interventi di prevenzione di questi conflitti. Uno degli strumenti individuati è l’animazione di comunità. Scopi dell’animazione sono promuovere la socialità, l’interculturalità, l’educazione, ridurre la marginalità e produrre dell’agio. L’animazione di comunità si rivolge a tutti i soggetti coinvolti non come soggetti “animati”, ma come “animatori”, ovvero vuole formare persone educate alla scelta, alla riflessione e alla decisione. L’animazione non deve essere quindi concepita come un qualcosa di limitato al solo tempo libero, ma mira a inserirsi in tutti gli aspetti della vita di una comunità e del singolo.
La comunità diventa così protagonista principale del territorio e fondamentale punto di riferimento per chi vi vive, essa si pone sia come luogo per la prevenzione dei conflitti, sia come possibilità concreta di crescita per i suoi membri. L’animazione di comunità può attuarsi attraverso la comune partecipazione a progetti e inziative condivise. Una prima possibilità di condivisione possono essere feste, eventi culturali e momenti di confronto; queste iniziative possono poi essere l’inizio di progetti più strutturati, che affondano però le loro radici nelle relazioni intrecciate in quei primi momenti d’incontro. Le relazioni, infatti, sono il primo strumento dell’animazione di comunità, relazioni durature e di qualità, che permettano di lavorare insieme per prevenire quei conflitti che troppo spesso rendono difficile la vita nella nostra società.
Questo appare davvero un ottimo strumento utilizzabile nella zona considerata “calda” della città di Reggio Emilia: vero è che esistono già buone competenze in materia di aggregazione presso il centro di Incontro Reggio Est, a partire dal doposcuola per bambini italiani e stranieri, per passare alle danze di origine araba rivolte a donne del quartiere e non, corsi di cucina e altro.
Tuttavia, se tali esperienze fossero intrecciate e caratterizzate da un unico filo conduttore che trae spunto da esperienze di vita quotidiana quali …” L’incontro, il saluto, o ancora il Rito simbolico del Cibo cucinato”, tali momenti conviviali assumerebbero una connotazione più profonda, di conoscenza condivisa.
Sappiamo che può non apparire spontaneo un processo guidato per così dire, ma una volta avviato tramite alcune indicazioni da parte di operatori dedicati, le attività possono snodarsi in modo semplice e fruttuoso.
E voi cosa ne pensate? quali idee avete in merito?