Il mediatore scolastico nelle scuole
Un’urgenza fattiva oppure basta una proposta una tantum?
Questa riflessione nasce dall’urgenza di interrogarsi in ambito scolastico sulla necessità di stabilire l’introduzione una tantum oppure in modo più massivo della figura del mediatore.
Sia nelle scuole private che in quelle pubbliche le classi sono costituite da bambini di ogni estrazione sociale, di diversa provenienza etnica andando ad aumentare l’ampiezza di prospettiva del docente. Ma ciò che più di ogni altra cosa rende oneroso il carido del corpo insegnante è racchiuso in un’unica parola: il dis-agio, o meglio l’allontanamento da una condizione di agio del bambino.
Si dirà perchè e per quali motivazioni? Innanzitutto in questi ultimi due anni abbiamo assistito alla chiusura dei circoli ricreativi e delle modalità consuete di giocosità espresse dal bambino a causa della pandemia. Non basta: le famiglie, i genitori si sono sentite investite di un quantitativo abnorme di responsabilità dovute ai carichi di lavoro e all’espressione di sè come genitore, il quale avvertendo il peso di giornate sempre più piene, non è riuscito a ricavarsi tempo per se stesso e di conseguenza, per i figli.
Si assiste ad un’ampia varietà di problematiche ovvero: bambini in perenne movimento, bimbi che faticano a concentrarsi, altri che sono svogliati o interessati perlopiù a poche materie, infine alcuni che esprimono attraverso il pianto il loro malessere.
Ovvio che in tale quadro variegato, l’insegnamento delle materie principali diviene secondario; e anche se italiano, matematica, storia sono basilari, per un bambino-a che necessita accudimento e risposte specifiche, va da sè che esse non potranno che rivestire una minore importanza.
In tale quadro relazionale come si comporta un mediatore scolastico? Egli è anzitutto un esploratore di altre modalità possibili, ove il quadro di riferimento non sia solo e soltanto la parola ma anche il contatto: esso riveste un’importanza cruciale per donare quell’ascolto e quell’attenzione che se, soltanto calati dall’alto , non sortirebbero effetto.
Ad es. : si può affermare il proprio no di fronte a parolacce e insulti? Sì, ma non è sufficiente; in quel momento il bambino mette alla prova la nostra tenuta e diviene fondamentale affrontare con leggerezza e circolarità tutto ciò che rappresenta la sua emozione.
La nostra associazione ritiene infatti, che la modalità “in cerchio” attraverso la messa in gioco di emozioni e vissuti sia una fra le migliori. Per creare un buon clima e permettere un risultato più duraturo poi, meglio vi sia anche la presenza dell’insegnante.
Simulazioni e giochi teatrali permettono in seguito, di attraversare passaggi e momenti critici all’interno del gruppo- chiave; inoltre, il mediatore avrebbe la funzione di accompagnare, sentire e facilitare racconti ed esperienze del gruppo consentendo un viatico allo sviluppo dei bimbi.
“L’arte sottile della mediazione prevede un incipit, un momento sospeso per terminare con la catarsi finale”