IL BOSCO OSPIZIO, QUESTO MANCATO RICONOSCIMENTO
Come compagine associativa ci occupiamo di conflitto e dei suoi derivati, quindi all’interno delle famiglie, nei condomini, nelle aziende, fondamentalmente ci occupiamo di persone.
Lo facciamo in maniera discreta, ma continuativa avendo aperto uno sportello presso il Mauriziano dal nome “Avvicinati e accordati”.
In questi mesi estivi e autunnali abbiamo ascoltato diverse persone, anche sulla questione relativa al bosco e ci siamo chiesti: perché ancora? Perché non dare al Bosco un’ulteriore possibilità?
Sappiamo bene che la questione è in Consiglio Comunale, ma non per questo la popolazione non può esprimere le proprie personali opinioni, la maggior parte delle quali sono state anche depositate attraverso la petizione popolare.
Sappiamo che la questione per molti pare essere decisa, ma noi conosciamo le dinamiche attraverso le quali si snoda il processo decisionale; una via, un sentiero, se si vuole si può tentare.
Lasciate che vi dica che la maggior parte degli studiosi di antropologia, sociologia, scienze umane, quindi le discipline che si occupano di relazioni, ritengono che esista un forte e stretto legame tra il verde pubblico e l’atteggiamento umano; quanti più alberi esistono, specie quelli d’alto fusto esistenti e se ben conservati, tanto inferiore sarà il tasso di aggressività riscontrabile. Non foss’altro per quell’antico baluardo al proliferare del disagio o di aree degradate sempre più diffusi, che è il senso di comunità o Communitas, capace di costituire antidoto-medicina alla frammentazione sociale.
Lasciate che, da conoscitori del processo sociale e delle dinamiche espresse in loco (zona Ospizio), abbiamo notato come gran parte della popolazione straniera ivi abitante si sia espressa a favore del bosco stesso, così come pure tanti reggiani.
Stante queste considerazioni, siamo perciò a domandarvi: perché non doniamo tutti insieme, esponenti del comune di Re, rappresentanti dei circoli e Giunta la possibilità per qualche mese (in numero di 3 potrebbe essere) di gestire il Bosco stesso da parte del comitato a salvaguardia dello stesso?
Attraverso iniziative più o meno strutturate, potrebbe costituire un vero e proprio laboratorio socio-culturale, capace di aggregare differenti persone, per fasce e classe d’età e rappresentare un esempio di eccellenza per la città di Reggio Emilia.
In seguito, si potrebbe poi riconsiderare l’opzione di costruzione, a seconda dei risultati ottenuti in termini di qualità della vita ed esempio di aggregazione. Siamo convinti della bontà delle iniziative poiché la gente apre essere assetata di esempi comunitari, che conducano verso un alto grado di benessere.
Ad oggi le eccezioni possono essere considerate pietre miliari di quelle che la storia mette a disposizione attraverso momenti di considerevole e fattiva riflessione.
Certi della vostra attenzione,
Vi domandiamo un ulteriore ampliamento dello sguardo e della visione socio-politiche.
Cda Mondattivo
vicepres. Debora Reggiani
pres. Massimiliano Santoro
segr. Fabio Tagliavini